Scrivo a voi giovani

Con il primo numero di Vivere in Sintonia del 1994 iniziai una regolare collaborazione, pubblicando per circa tre anni una pagina dedicata ai giovani e alla loro missione. Sono ancora oggi grato alle Suore Ancelle Missionarie del SS.mo Sacramento per l’opportunità che mi diedero. Nel mio blog ripubblicherò i vari articoli che sono riuscito a rintracciare. Il primo è quello che presento qui, di Febbraio-Marzo-Aprile 1994, Anno VIII – n.1

… Non sono un commerciante …

Come al solito, tutti si sentono in diritto di rivolgere una parola ai giovani. E ciascuno per piazzare il proprio prodotto tenta di renderlo il più accattivante possibile. Politici in cerca di voti, commercianti in cerca di clienti, artisti in cerca di fans: tutti pronti a presentarsi al mondo giovanile con una ricetta in tasca.

Anch’io mi rivolgo ai giovani. È da un po’ di tempo che lo faccio. Non cerco voti, non vendo nulla, non cerco fans. Soprattutto non prometto né rivoluzioni a buon prezzo, né paradisi improbabili. Sono un prete, tento di farlo come meglio posso, ho una missione da compiere.

Missione. La vostra.

Ecco, missione. Proprio di lei volevo scrivere. Non della mia. Neppure di quella di tanti uomini e donne che hanno voluto donare la propria vita per conoscere Cristo: noi siamo fuori moda. Per molti è chic ignorarci.

Ma della tua – se sei un giovane che pensa di averne una – mi piacerebbe parlare in questa pagina, perché penso che ne valga la pena.

Coscienza critica del mondo

Sarà che a volte il mondo degli adulti trascura e sottovaluta, quando proprio non lo strumentalizza, il mondo dei giovani. Ma certamente non ti aiuterà a riflettere sulla tua missione il desiderio di adeguarsi a quel mondo accettandolo così com’è. Tu, giovane, corri il rischio di invecchiare precocemente se assumi i modelli di comportamento spacciati dai “grandi”, senza riconoscere che in essi, insieme al bene, c’è qualcosa che bene non è e va scartato.

È necessario, per il progresso dell’intera umanità, che tu sappia scartare, sappia “vincere” il male che vi si trova. Le parole con cui ho aperto il pezzo vengono da lontano. Sono attribuite all’apostolo Giovanni da un’antica lettera dove si trova questa espressione: “Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il maligno” (1 Gv 2,13). Sono convinto che il santo saggio che ha scritto mirasse proprio a questa idea di fondo: si può parlare di missione dei giovani nella misura in cui essi sanno vincere il “maligno”, sanno diventare coscienza critica del mondo del quale si preparano ad essere i protagonisti.

Cosa tenere e cosa scartare

Qui si impone una domanda decisiva: come fare per sapere cosa tenere e cosa scartare? Il “mondo” non può aiutarti perché è lui l’oggetto della critica; gli adulti, di cui non sempre puoi fidarti, sono esclusi.

Tu, giovane, hai una missione insospettabilmente enorme: quella di vincere il maligno, e d’improvviso ti accorgi di essere solo. Solo, non abbandonato. Solo come nelle grani scelte della vita, ma mai senza punti di riferimento. Gesù, l’uomo-Dio è senza dubbio la risposta vincente alla richiesta di aiuto dei giovani che debbono “vincere il maligno”: lui l’ha vinto per primo e definitivamente. In Cristo ogni uomo, anche il giovane, può trovare il punto di riferimento per orientarsi nell’avventura della vita.

Ma di questo parleremo un’altra volta.