Pandemia 2.0 – Stato 1.0 – Chiesa 0.1?

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La pandemia da SARS-CoV-2 ha colpito anche l’Italia a partire dal Gennaio 2020. Con un Decreto Legge annunciato il 22 febbraio si prevedeva la quarantena di oltre 50.000 persone provenienti da 11 comuni diversi, successivamente estesi seguendo l’evoluzione del contagio. Il 4 Marzo del 2020, in un crescendo di informazioni e disinformazioni, con il loro forte inevitabile impatto emotivo, il Presidente del Consiglio Conte, per contenere il contagio ha decretato la chiusura di tutte le scuole e università sul territorio nazionale; l’8 Marzo si annunciava la quarantena dell’intera Italia settentrionale, ma già il 9 Marzo la quarantena è stata estesa al territorio nazionale: tutte le attività pubbliche sono state chiuse, la libertà di movimento limitata, l’invito a restare a casa pressantemente rivolto dal personale medico, in un servizio sanitario vicino al collasso.

La prima Pandemia del III millennio si è presentata con caratteristiche nuove, non solo per l’identità del virus, ma soprattutto perché ha trovato un mondo molto più preparato sotto il profilo scientifico e capace in pochissimo tempo di individuare le cause della malattia, di trattare i pazienti spesso gravissimi, di informare in modo globale dell’evoluzione del contagio. È la Pandemia 2.0.

Fonte: ZeevHys76

Come si è mosso l’apparato statale italiano? Lo Stato si è dimostrato all’altezza? Troppo presto per trarre conclusioni. Certamente Carlo Alberto Carnevale-Maffè e Alfonso Fuggetta, solo per citarne due, non hanno nascosto che l’Italia è stata carente nello sfruttare ciò che le nuove tecnologie mettono a disposizione, come il tracciamento dei movimenti delle persone infette per seguire la linea del contagio e isolare i soggetti positivi. Tecnologie e strutture organizzative in Corea del Sud hanno funzionato più egregiamente del contenimento della quarantena. Nella trasmissione delle Belve del 14 Marzo 2020 (qui l’audio) i due professori hanno ricordato che apertura e trasparenza non violano i diritti di privacy dei cittadini, ma semmai prevengono l’istituzione di uno Stato di polizia. Ma giustamente hanno osservato che manca la maturità culturale per uscire dalla crisi.

La Pandemia 2.0 ha trovato lo Stato italiano impreparato e disorganizzato sotto il profilo culturale di cui la classe politica emergente – con tutta la sua incompetenza e inefficienza – è il frutto avvelenato più evidente. Uno Stato 1.0 ha reagito alla Pandemia 2.0 come ha potuto, ma ha scaricato le sue incapacità sui soggetti più deboli: i pazienti e il personale sanitario.

E la Chiesa? La Chiesa del III millennio è quella che ne sta uscendo peggio. Ha dovuto accettare che un Decreto del Presidente del Consiglio italiano proibisse adunanze e manifestazioni religiose; ha dovuto sospendere messe, pellegrinaggi, ritiri e tutte le occasioni di contatto tra le persone; ha infine dimostrato grandi tensioni e incomprensioni interne che non hanno favorito una risposta omogenea sul territorio nazionale. Le comunicazioni si sono dimostrate burocratiche e confuse. Faccio una breve cronistoria di quello che è arrivato sulla mia email in otto giorni:

06 Marzo 2020: lettera alla Diocesi di Roma del Cardinal Vicario (scarica pdf)

Dopo una breve riflessione biblica, il Cardinale invita alla preghiera per quanti sono contagiati e per chi si prende cura di loro e al digiuno, rinunciando a un pasto e raccogliendo offerte a sostegno del personale sanitario; annuncia la celebrazione di una Messa nel Santuario mariano della Diocesi.

06 Marzo 2020: lettera del Vescovo Delegato ai Cappellani Sanitari (scarica pdf)

Il Vescovo ricorda le limitazioni a cui sono soggetti i Cappellani nelle strutture sanitarie e all’impossibilità di svolgere regolarmente le loro funzioni; invita a seguire le disposizione del Governo e quelle della Diocesi. Al tempo stesso però sollecita a celebrare anche con “meno persone in chiesa” e invita a pensare a momenti di preghiera in chiesa o in cappella.

08 Marzo 2020: comunicato della CEI (scarica pdf)

La Conferenza Episcopale Italiana fornisce l’interpretazione del Decreto governativo nel senso più restrittivo: sono da intendersi sospese Messe ed esequie tra le “cerimonie religiose”.

08 Marzo 2020: Decreto del Cardinal Vicario (scarica pdf)

Il primo Decreto del Cardinale recepisce le indicazioni del Governo e dispone che le chiese romane restino aperte ma siano sospese le celebrazioni liturgiche comunitarie.

09 Marzo 2020: lettera del Vescovo Delegato ai Cappellani Sanitari (scarica pdf)

Il Vescovo torna a scrivere ai Cappellani Sanitari fornendo nuove indicazioni pratiche dopo la sospensione delle celebrazioni liturgiche comunitarie. Tuttavia salta agli occhi che le Cappelle debbano restare aperte e i sacerdoti disponibili all’incontro e all’accoglienza; segue l’invito ad organizzare ugualmente momenti di preghiera in Cappella (“anche se non vengono persone, o fossero poche”).

12 Marzo 2020: lettera dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute (scarica pdf)

Il Direttore dell’Ufficio ricorda che sono sospese le Messe con la partecipazione del popolo e invita ad unirsi nell’Adorazione eucaristica senza presenza di popolo. La CEI inoltre chiude i suoi uffici fino al 25 Marzo.

12 Marzo 2020: Decreto del Cardinal Vicario (scarica pdf)

Il Cardinal Vicario dispone per Roma che “l’accesso alle chiese… e più in generale agli edifici di culto… viene interdetto a tutti i fedeli… I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo”.

13 Marzo 2020: Decreto del Cardinal Vicario (scarica pdf)

Il Cardinal Vicario modifica il precedente decreto per evitare “disorientamento e maggior senso di insicurezza” tra i fedeli: solo le chiese non parrocchiali restano chiuse, mentre i fedeli vengono esortati “ad attenersi con matura coscienza e con senso di responsabilità alle direttive del Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri”; la dispensa dall’obbligo precetto festivo rimane valida.

13 Marzo 2020: lettera del Cardinal Vicario (scarica pdf)

La lettera del Cardinale cerca di dare una spiegazione alla modifica del Decreto, al quale il Papa aveva reagito in maniera negativa. Il Cardinale parla di lettura della volontà di Dio nella contingenza storica, concludendo che il Signore ci chiede di fare del nostro meglio per la salute di tutti. Confrontandosi con il Papa ha deciso di non disorientare in modo ulteriore i fedeli con la chiusura totale delle chiese. Lancia però l’invito a pregare in casa con lo slogan “#iopregoacasa# (sic).

13 Marzo 2020: lettera del Vescovo Delegato ai Cappellani Sanitari (scarica pdf)

Ai Cappellani Sanitari viene ricordato che le Cappelle possono restare aperte, con il divieto di celebrazioni e l’assunzione delle previste precauzioni. Inoltre si aggiunge la sospensione di tutti gli incontri programmati.

Ben dieci documenti da fonti diverse, oltre alle quotidiane informazioni dei mezzi di comunicazione, documenti che hanno dimostrato una certa confusione, una mancanza di linearità e una impreparazione non solo del sistema, ma in qualche caso anche culturale.

Rispondendo su Twitter alla sollecitazione di un utente ho pubblicato un thread, del quale questo che segue è il primo messaggio:

In sintesi, la mia posizione è che la Chiesa del III millennio si sia trovata emarginata dalle soluzioni alla Pandemia 2.0: si potrebbe quasi dire che a differenza della Chiesa del II millennio, quella attuale più che una risorsa è stata considerata dalla comunità come parte del problema. Qualsiasi attività ecclesiale che potesse prevedere il contatto umano è stata inibita, in quanto potenziale veicolo di contagio. La Chiesa del III millennio, incastrata tra decreti, burocrazie, uffici, comunicati è arrivata impreparata alla Pandemia 2.0, si è vista addirittura sorpassare a destra dallo Stato 1.0, e si è dimostrata quindi Chiesa 0.1, una versione immatura e incapace di rispondere alle esigenze dei tempi. È la Chiesa debole, che non sa andare al passo con l’umanità del tempo perché in ritardo con la sua riforma: se a qualcosa il virus può tornarle utile, è capire che presto dovrà mettere mano al suo profondo rinnovamento.

Oppure diventa inutile, come il sale che perde il suo sapore (cfr Mt 5,13).