Elogio della normalità

Di seguito riproduco la mail inviata all’URP dell’Ospedale S. Giovanni – Addolorata al termine del mio percorso da paziente.


Spettabile Ufficio Relazioni con il Pubblico,

sono Sacerdote della Diocesi di Roma e Cappellano Sanitario presso una Struttura Residenziale Psichiatrica.

A seguito di un grave incidente, il 19 luglio 2019 sono stato trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni e da lì inviato al reparto di Ortopedia e Traumatologia. Dimesso in data 2 agosto, rientravo il 23 agosto per complicanze e venivo dapprima ricoverato in Holding B.O. e quindi trasferito al reparto di Medicina interna ad indirizzo immunologico. Da tale reparto venivo successivamente trasferito al reparto di Medicina fisica e riabilitativa per circa un mese, proseguendo in Day Hospital la riabilitazione fino al 13 novembre 2019. Ho poi continuato il percorso ambulatorialmente presso l’Addolorata fino al mese di gennaio 2020.

Desidero esprimere tramite il vostro Ufficio anzitutto al Direttore Sanitario e quindi a tutto il personale con cui sono venuto in contatto la mia gratitudine e la mia riconoscenza.

Ho compreso le difficoltà in cui opera un grande Ospedale di Roma, a cominciare dal Pronto Soccorso, con i suoi inevitabili tempi ma con la professionalità e la tempestività del personale. Ringrazio il Direttore, Maria Pia Ruggieri, e singolarmente i medici e il personale sanitario che si adoperano in condizioni di emergenza.

Ho apprezzato le cure del reparto di Ortopedia e di Traumatologia, con la presenza rispettosa e umana del Coordinatore Infermieristico, Suor Edith Seravillo, che saluto e ringrazio con cordiale affetto. Conoscevo già il reparto per esservi stato inviato due volte nel passato; perciò mi preme ancor più sottolineare il lavoro di altissima qualità di medici come Maria Antonietta Di Mille, Alessandro Formica, Riccardo Preite, Luigi Matera e tutti coloro che ho avuto modo di incontrare anche solo per qualche miuto. Ringrazio la competenza della dottoressa Rosaria Bondì: con il suo scrupolo si sono potute evidenziare complicanze per me asintomatiche. Un particolare ringraziamento all’OSS Umberto (non ricordo il cognome) che, in un periodo tanto complicato come quello estivo, col suo sorriso e con la sua disponibilità si è rivelato per tutti noi pazienti una risorsa unica. Mi preme anche menzionare il Tecnico di Radiologia Gianni (anche qui non ricordo il cognome) che ha dimostrato un senso di attaccamento al lavoro e di attenzione al paziente fuori del comune. Infine, ma non per ultimo, il ringraziamento al Direttore Francesco Pallotta, per aver seguito il mio caso personalmente e con grande diligenza.

Uno speciale ringraziamento al personale del Reparto di Medicina interna: a tutti i medici, cominciando dal dottor Luca Moriconi, che sono rimasti impressi nella mia memoria per il loro senso di professionalità e per le capacità umane non comuni; al personale sanitario, a partire dal Coordinatore Infermieristico Cinzia Di Gravio, che prego di ringraziare personalmente tutti e ciascuno gli infermieri e gli OSS del suo reparto. Vorrei anche sottolineare come in un momento critico a causa di una lesione di natura iatrogena subita durante il ricovero, il personale si sia tempestivamente attivato per porvi rimedio. Ringrazio pertanto i chirurghi, gli anestesisti, gli infermieri che hanno partecipato all’intervento del 29 agosto 2019 presso il reparto di Radiologia Interventistica. Sono sempre più convinto che la professionalità di chiunque non si misuri sul fatto di non commettere mai errori. Siamo esseri umani e anche con la migliore perizia e la maggiore prudenza non siamo infallibili. La professionalità si misura con la capacità di assumersi responsabilità, di individuare l’errore e di adottare tutte le strategie possibili e utili a risolverlo nel miglior modo possibile. In questo senso sono spinto a riconoscere il valore dell’operato del personale di Radiologia Interventistica.

Sono ancora molto legato da sentimenti di stima e di gratitudine al reparto di Medicina fisica e riabilitativa diretto dal dottor Paolo Martinez. Grazie al Coordinatore Infermieristico, Carla Forneris, e al personale sanitario da lei guidato. Grazie di cuore ai medici collaboratori del dottor Martinez, tra i primi ricordo Barbara Flaviani e Stefano Franz perché appunto… tra i primi ad occuparsi di me! Ma senza trascurare il ringraziamento per tutti gli altri! Uno speciale ringraziamento ai fisioterapisti; non ricordo i loro cognomi, pur avendo trascorso diversi mesi in reparto, però vorrei menzionare Lucia e Valerio, al San Giovanni, e Francesco e Roberto all’Addolorata. L’esperienza del contatto quotidiano riveste un grande valore “terapeutico” anche sotto il profilo psicologico e persone di elevato profilo professionale e di indubbia umanità sono risolutive per superare il momento critico della ripresa. Grazie di cuore a tutti!

Vorrei pure porre l’attenzione sull’importanza che riveste in Ospedale, nei Reparti, la presenza dei tirocinanti. Siano medici, infermieri o fisioterapisti. Il contatto dei giovani con i più “esperti” rappresenta senza dubbio uno stimolo non trascurabile: “Loro – mi ha suggerito un fisioterapista – impediscono il nostro appiattimento”. Lo penso anche io. Credo sia giusto valorizzare i tirocinanti come una risorsa per l’Ospedale, sia lato personale sia lato paziente.

Qualcuno mi ha detto che è superfluo ringraziare persone che fanno semplicemente il proprio lavoro, compiono il proprio dovere. Con questa mail, che spero possa essere letta dal Direttore Sanitario ma spero pure giunga ad ogni Reparto destinatario del mio ringraziamento, intendo in realtà fare un “elogio della normalità”. Forse non tutti i singoli si sono mostrati sempre all’altezza del loro lavoro, del loro dovere. Accade in ogni luogo, non me ne meraviglio. Ma è il “sistema” ad essersi dimostrato valido, il senso di collaborazione e di incrocio di competenze e di capacità ad avermi colpito nei quattro mesi del lungo ricovero e nel periodo di ambulatorio. La “normalità” è fare “sistema”, questo va elogiato!

Da parte mia posso solo farvi la promessa che ci metterò tutto il mio impegno per tornare ad incontrarvi, magari non da paziente!

Con simpatia e gratitudine

Ugo Quinzi