Zibaldone della settimana – 24
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Referendum 8-9 giugno
Mi sono astenuto dal voto quando il ballottaggio era tra la padella Gualtieri e la brace Michetti.
Tra l’utile idiota e il convitato di pietra.
Ora pensate che mi farò intimorire dagli uni che pensano che io parteggi per gli altri per le scelte che democraticamente farò sul voto referendario?
Ho espresso anche qui quel che penso dell’istituto referendario abrogativo.
Mi concentro sul tema della MINORANZA che chiede la revisione di una norma di legge.
Per il referendum abrogativo la ratio è diversa.
La legge è GIÀ stata votata dalla maggioranza degli italiani, rappresentata in Parlamento.
La MINORANZA può chiedere una revisione, ma la maggioranza – stavolta degli elettori – può decidere di non accogliere la richiesta.
— Ugo Quinzi (@ugoquinzi.bsky.social) 11 maggio 2025 alle ore 17:20
Le leggi fatte dal Parlamento, che serve proprio a questo, sono leggi del popolo italiano. Le leggi vengono approvate da una MAGGIORANZA, piaccia o non piaccia ciò che pensa. E sempre una MAGGIORANZA può modificarle e auspicabilmente migliorarle con gli strumenti legiferanti ordinari. La MINORANZA parlamentare può fare adeguate proposte e spesso i suoi emendamenti sono accolti.
Non mi risulta che in Parlamento ci sia stata la proposta, né da una parte né dall’altra, di modificare le leggi oggetto di referendum. Comprendo che sarebbe difficile un consenso sul tema della cittadinanza, ma sugli altri si potrebbe raggiungere sicuramente un accordo. Invece si lascia che il dibattito politico su temi cruciali si sposti sul terreno minato dell’ideologia.
Ti astieni – voti no? Sei sodale del Governo, sei fascista, non vuoi bene ai lavoratori, eccetera
Voti sì? Sei un venduto ai sindacati, non capisci nulla del mercato del lavoro, eccetera
Questa polarizzazione fa male. Non solo al principio inderogabile della coesione nazionale ma alla politica stessa fino ai temi oggetto di referendum. In questo caso se, come prevedibilmente accadrà, la MINORANZA non otterrà il risultato atteso, l’azzardo dei referendum sarà una pietra tombale. Infatti altri referendum abrogativi per gli stessi argomenti saranno obliterati per anni, al pari degli interventi legislativi, in quanto il popolo italiano si è espresso. Ciò significa che per decenni cittadinanza e lavoro resteranno pietrificati al livello attuale.
Quindi? Andiamo tutti a votare?
Anche no, grazie.
Si tratta di referendum abrogativo, la previsione costituzionale del quorum ammette implicitamente la possibilità dell’astensione come strumento democratico per far valere il proprio dissenso rispetto alla richiesta della MINORANZA. In proposito non accetto lezioni di democrazia da nessuno.
Una MINORANZA che intendesse esercitare pressioni sulla libertà del mio voto (astensione compresa) ricorrendo a sottili sofismi o a malcelati giochetti di psicologia spicciola esorbita il dibattito democratico.
Una MAGGIORANZA che mi irridesse o delegittimasse se intendessi far valere i miei interessi con i mezzi costituzionali esorbita il dibattito democratico.
Amaramente devo riconoscere di non aver percepito contenuti del dibattito. Perché tu MINORANZA mi chiedi di abrogare una legge in vigore?
Sono un elettore. Portami al seggio e convincimi con dati, fatti, norme che quell’articolo di legge è sbagliato, che col mio voto posso migliorare la legge e la condizione degli italiani. Tutti. Lavoratori e datori di lavoro. Economia nazionale e futuro dei miei nipoti. Stranieri e indigeni.
Se il referendum diventa una moderna ordalia, la resa dei conti interna a un partito, una criptocopia di dittatura (ricordo che nelle dittature è la minoranza a esercitare il potere su tutti con la forza) non fa per me.
Al momento tutti i segnali dicono che l’8 e il 9 giugno si vuole questo.
Questo testo è apparso come thread su Bluesky
Mi sono astenuto dal voto quando il ballottaggio era tra la padella Gualtieri e la brace Michetti.
Tra l’utile idiota e il convitato di pietra.
Ora pensate che mi farò intimorire dagli uni che pensano che io parteggi per gli altri per le scelte che democraticamente farò sul voto referendario?
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— Ugo Quinzi (@ugoquinzi.bsky.social) 5 giugno 2025 alle ore 17:48