Zibaldone della settimana – 23

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La testa resta lì, al medioevo

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La testa resta lì, al medioevo

Il Vaticano (via @vaticannews_it) ha reso pubblico il verbale dell’elezione di Prevost a Papa e della sua accettazione.

Tutto ok?

Sul contenuto nulla da obiettare.

Premesso poi che ciascuno è libero di scegliere stile e forma che preferisce per un atto notarile, la mia risposta è un secco: NO.

Il documento rilasciato sembra uscito da una biblioteca medievale.

Non venitemi a dire che è “tradizione“, che l’elezione di un Papa è un evento solenne, che bisogna dare la giusta importanza, eccetera. Non l’accetto.

Se si volessero imitare i documenti medievali per qualche ragione estetica si potrebbe aprire una fabbrichetta e guadagnarci sopra qualche euro. Il mercato dei nostalgici sembra esserci (ho appena dato l’idea di una startup).

Non c’è niente da fare. La “testa” è ferma lì. Al medioevo. La testa della Chiesa. La testa di chi vuole lo spettacolo e quella di chi lo dà sono ferme lì, al medioevo. Nei panneggi, nei rituali, nei protocolli, nella lingua, nelle parole, nei luoghi, nei verbali, fino ai comignoli… tutto minuziosamente fissato, immobile e inamovibile, perché l’istituzione perpetui se stessa.

Il dinamismo del Popolo di Dio, quello del Concilio Vaticano II non quello dei demagoghi, continua ad essere frenato. Il corpus è invecchiato precocemente.

Forse sarà giusto così, non lo so. So solo che una Chiesa vecchia nella testa è scientificamente morta.