L’intervento dell’Occidente contro l’ISIS

Pubblico volentieri la riflessione che mi è stata invitata dal mio caro amico Edoardo Pellerino. Al di là di qualsiasi opinione, le valutazioni socio-psico-politiche sui fatti contemporanei saranno sempre inadeguate per spiegare cosa spinge gli uomini ad uccidersi tra loro e ad alimentare una cultura dell’odio. Io ho un solo pensiero al riguardo sintetizzabile in un nome: demonio. Seguo il Papa nella sua preghiera e nella sua sofferta missione.


L’intervento dell’Occidente contro l’ISIS

Nell’articolo intitolato “Isis, che fare?” Di Battista, un esponente M5S, scrive: “Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. … Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. E’ triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un’azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno“.

Gli ha risposto l’ambasciatore iracheno Saywan Barzani: “Dialogare con i terroristi è impossibile, ma se l’onorevole Alessandro Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto: può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo Mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio di cristiani e musulmani come sta avvenendo in questi giorni“.

Tuttavia Di Battista, insistendo a parlare di cose che probabilmente non conosce a sufficienza, a proposito del giornalista americano decapitato aggiunge: “A quel poveretto gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib“.

Peccato che questi barbari non se la prendono con gli Americani, ma hanno compiuto genocidi e torture verso le minoranze religiose del loro stesso popolo, perché sono fanatici religiosi e non politici. Sono infatti convinti che Dio voglia queste stragi e che li aiuti a compierle. Stanno ancora al medioevo e sognano di ripristinare un califfato mondiale che conquisterà tutto il mondo per imporre a tutti la Sharia, ossia una legge coranica dell’alto medioevo particolarmente rozza, arretrata e maschilista, quanto di peggio ci si possa augurare. Come si fa a dialogare con teste simili?

Il problema è che sono pieni di armi moderne (fornite inizialmente dagli stati arabi sunniti, alle quali si sono aggiunte quelle prese all’esercito irakeno) e di soldi (inizialmente forniti dai soliti emiri sunniti, ai quali si sono aggiunti quelli del petrolio irakeno), per cui sono davvero pericolosi ed è quindi necessario intervenire prima che questo cancro si diffonda più di quanto non ha già fatto. Infatti siccome questi fanatici basano la loro fede cieca in questo dio sanguinario anche sui loro incredibili successi iniziali, è vitale fermarli prima che molti altri si convertano alla loro visione paranoica dell’islam.

Perciò siccome ora nel M5S tutti si danno da fare per difendere Di Battista, di questo movimento possiamo dire che errare è umano ma perseverare è diabolico.  Coerentemente con queste “idee”, infatti, il M5S ha votato contro l’invio di armi ai Curdi e sostiene la necessità della non interferenza e del dialogo con i terroristi. Peccato che se tutti avessero pensato così, i genocidi dei cristiani e di altre minoranze religiose sarebbero proseguiti indisturbati e quei fanatici avrebbero anche fatto saltare la diga di Mosul con conseguenze inimmaginabili per tutte le città della pianura sottostante. Persino il Papa ha chiesto un intervento della comunità internazionale

Certo sarebbe stato meglio che ad intervenire fosse stata una forza internazionale, ma l’ONU ancora non ha fatto assolutamente nulla e per fortuna che ci sono gli USA che sono interventi bombardando e rifornendo i Curdi di armi adeguate. Non si può mettere tutto sullo stesso piano: Obama e Bush figlio non sono affatto la stessa cosa. Ma soprattutto, quando sono in gioco migliaia di vite umane, è meglio contentarsi dell’uovo oggi piuttosto che aspettare la gallina domani, quando avremmo potuto solo piangere i genocidi consumati.

Ora, dopo la decapitazione del giornalista americano, gli USA hanno intensificato la loro lotta al Califfato e forse stanno pensando ad una coalizione internazionale sotto l’egida dell’ONU (meglio tardi che mai), ma intanto hanno salvato 40000 persone intrappolate sulla montagna e la diga di Mosul, che non mi sembra poco