Zibaldone della settimana – 05

Fedeli nel poco, fedeli nel molto

Sono appena entrato in stazione. Frotta di macchinisti, praticamente tutti senza mascherina. Mi dirigo al treno. Un passeggero mi supera, ha la mascherina al braccio, i macchinisti lo guardano e non dicono nulla.

Entro nel vagone. Due signore ad alta voce chiacchierano tra loro. Tengono la mascherina sotto il mento. Sale un altro passeggero. Senza mascherina.

Non sono un nazimaskerinaskin, non è questo il tema. Il tema che mi interroga e mi spaventa è il senso di mancanza di rispetto delle norme (anche quando non ci piacciono) e di impunità (chi controlla i controllori?).

Perché se non si è fedeli nel poco, non lo si è neanche nel molto…

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Il grande bocciato

La CEI ha presentato al Papa la terna dei nomi tra cui scegliere il nuovo Presidente dei sorveglianti (vescovi) italiani. E il Papa ha scelto.

Il Papa aveva già detto che alla presidenza avrebbe preferito collocare uno già cardinale. Giusto per tagliare sul nascere ogni velleità di qualche rampante candidabile e per non essere costretto a dare la porpora a qualcuno non gradito (Bergoglio sempre gesuita è…).

La cerchia si faceva dunque molto ristretta, gli unici cardinali in età giusta per fare il Presidente erano solo tre: De Donatis, Lojudice, Zuppi. Non si può quindi nascondere che di fatto il Papa chiedeva ai sorveglianti (vescovi) italiani di esprimere un giudizio su questi tre porporati. Ciascuno con la sua storia.

A uno aveva prima detto “ti mando lì ma non ti faccio cardinale“, salvo poi ripensarci quando si è reso conto delle sue infaticabili doti di mediazione che hanno prodotto la pace in Mozambico.

Uno era stato risarcito con la porpora dopo il suo allontanamento da Roma, quando pur godendo delle simpatie del clero romano gli fu preferito un altro come Vicario Generale.

Uno era stato scelto personalmente da lui. Conosciuto in casa Becciu, ne aveva apprezzato la dedizione alla causa del benessere dei preti di Roma.

I sorveglianti (vescovi) italiani hanno fatto una scelta che dovrebbe far riflettere. Dalla terna hanno escluso uno dei tre cardinali e vi hanno inserito un sorvegliante (vescovo).

Hanno ribadito di fatto che, pur nel rispetto delle prerogative papali, un Presidente si sarebbe riusciti a trovarlo anche tra i non cardinali. Hanno votato a maggioranza quello che il Papa “non ti faccio cardinale“. E hanno ignorato il cardinale che tanto gli era piaciuto.

Tra i sorrisi, gli incensi, le dichiarazioni di fedeltà, serpeggia comunque un pungente odore di bocciatura di qualcuno. Su cui riflettere.