Manifesto del patto sociale tra cittadino e Stato

Antica statua di Buddha davanti la ruota della legge

Antica statua di Buddha davanti la ruota della legge

C’è un esplicito patto sociale tra cittadino e istituzioni: il cittadino rinuncia alla giustizia privata e alla vendetta e contribuisce con il proprio reddito alle esigenze della collettività; lo Stato assicura il rispetto delle leggi, tutela e difende il cittadino, punisce il colpevole senza disumanità nel tentativo di reintrodurlo nella compagine sociale, favorisce un clima di rispetto e di fiducia nella collettività.

Se il cittadino viola il patto, lo Stato doverosamente interviene nei suoi confronti, costringendolo con la forza della legge ad assumersi le sue responsabilità. Ma se è lo Stato a non onorare il patto?

Se le istituzioni non si mostrano più in grado di tutelare incolumità, patrimonio e interessi del cittadino e in tempi umanamente ragionevoli il rispetto dei suoi diritti secondo equità e necessità nell’amministrazione della giustizia, il cittadino è legittimato a difendere con mezzi propri, anche in forma associata:

  1. la propria incolumità e quella dei propri cari
  2. il suo patrimonio, mobiliare e immobiliare
  3. gli interessi personali e della collettività

Inoltre il cittadino può ritenersi libero dagli obblighi economici, fiscali e contributivi che lo vincolano a quello Stato che non rispetti il patto sociale e non solo dimostri di non riuscire a tutelarne gli interessi, ma della cui classe dirigente sia diventato evidente il regime corruttivo, rapace e dilapidatorio.

Il cittadino infine nel caso di inadempienza dello Stato nei confronti del patto sociale ha il dovere sacro di ricondurre le istituzioni al rispetto delle proprie responsabilità, rinnovandone totalmente la classe dirigente e riformando le norme che impediscano il completo rispetto del patto stesso.