La chiesa debole – newsletter n. 1

Il pontificato di Papa Francesco ha fatto esplodere in tutta la loro virulenza i conflitti intraecclesiali che covavano sotto le ceneri della chiesa post conciliare. Le scelte “istintive” del gesuita Bergoglio (che in questo senso si è dimostrato perfetto discepolo di S. Ignazio) sono apparse provvidenziali ai suoi sostenitori, catastrofiche ai suoi oppositori.

Ma sarebbe falso ridurre la questione della chiesa debole del III millennio cristiano al conflitto tra sostenitori e oppositori di un Papa testardo e contrastato. Il terreno di scontro è quello ecclesiologico, dove due visioni di chiesa – una tenacemente abbarbicata al passato, l’altra profeticamente protesa verso il futuro – lottano per non soccombere.

Nasce una prima domanda: di quali visioni si tratta? E subito una seconda: davvero sono incompatibili tra loro?

Nell’articolo che ho pubblicato sul mio blog ho cercato di sintetizzare la questione della chiesa debole, tale perché sembra rifiutare cambiamenti sostanziali in vista del miglioramento della sua presenza e testimonianza nella comunità umana.

Vi invito a leggerlo, insieme agli approfondimenti che vi sono contenuti, seguendo il link

La ‘chiesa debole’ del terzo millennio

L’articolo rimanda ad altri post da me pubblicati sui diversi temi affrontati (esercizio dell’autorità e paternalismo clericale, emozionismo, matrimonio concordatario, 8xmille, digital priest, ed altri ancora). Nessuna pretesa di aver esaurito l’argomento, perciò sono pronto a ricevere commenti e risposte, che raccoglierò in un unico post da pubblicare sul blog, come anche proposte di articoli e di punti di vista diversi.

Se l’articolo ha destato il vostro interesse, vi invito a condividerlo con altre vostre amiche e altri vostri amici.

Grazie! Cordialmente

UQ


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Rimetti a noi i nostri debiti

L’Italia si trova in una complessa situazione, interna e internazionale. Forse si sta preparando una nuova contrazione dell’economia globale. Sul debito pubblico del nostro Paese è stato detto di tutto, a proposito e a sproposito. Non esistono ricette facili e miracolose. Ma allora: dove va l’Italia del debito, se nessuno lo rimette?


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