Progetto Pastorale Diocesano 2075

Carissimi Fedeli e Carissime Persone di buona volontà del 2020,

al contrario di quanto anticipato da don Ugo non trovate qui la Lettera pastorale ai fedeli di Roma del mio Venerato Predecessore [nome omesso] ma questa mia spiegazione.

Sono il Papa di Roma e vi scrivo dal futuro, dal 2387. Devo comunicarvi che purtroppo l’esperimento a cui ha partecipato don Ugo non ha prodotto gli esiti sperati. Da un lato sì, abbiamo avuto conferma della fondatezza delle premesse scientifiche: è possibile sfruttare l’entanglement diacronico e la nostra tecnologia per trasferire contenuti umanamente intellegibili tra sistemi quantistici diversi, distanti nello spazio e nel tempo. Ma l’interferenza spazio-temporale generata dall’esperimento si è rivelata del tutto controproducente.

Don Ugo, come promesso accettando la mia proposta, aveva pubblicato qui nel suo blog la Lettera pastorale del 2075. Il risultato della pubblicazione ha rivelato un inedito potenziale depressivo, sia su di lui come persona, sia per gli effetti ecclesiali che ne sono scaturiti. Basti dire che alla sua lettura colui che 55 anni più tardi avrebbe dovuto scriverla, ancora in seminario per diventare prete, si è talmente disamorato da abbandonare il suo proposito, lasciare il seminario e trasferirsi a fare il pizzaiolo a Madrid.

Ai nostri giorni l’alleanza tra persone di fede e persone di scienza è più salda che mai. Ai vostri giorni ancora non potete nemmeno lontanamente immaginare quanti siano i benefici originati dall’ascolto e dall’aiuto reciproco, tra fede e scienza. Perciò avevamo già previsto l’eventualità che, in caso di fallimento dell’esperimento, dovessero essere pronte un paio di contromisure da adottare immediatamente. Una era la rimozione completa dei contenuti, tutto come se non fosse mai accaduto nulla. L’altra è questa, l’offerta di una seconda possibilità, non più modificando l’ordine degli eventi ma sollecitando una riflessione attenta alla fede e rispettosa del futuro, quella fede e quel futuro dove siamo noi ora, dove sono io che vi scrivo.

Non storcete la bocca. Tra noi e voi, tra la nostra Chiesa e la vostra, tra la nostra scienza e la vostra, tra la nostra società e la vostra passa più o meno lo stesso tempo che intercorre tra voi e la Chiesa, la scienza, la società di Richelieu e di Mazzarino, quando Galilei era stato appena condannato dal Sant’Uffizio e Nuova Amsterdam veniva ridenominata in New York.

Come voi vi sentite scandalizzati dalla condanna di Galilei noi ci sorprendiamo della vostra reciproca diffidenza tra persone di fede e persone di scienza. Come voi vi rammaricate della “conquista dell’America” così noi ci sentiamo feriti dal modo in cui avete trattato l’ambiente, il suolo, l’aria, l’acqua. Come voi additate la Chiesa di Richelieu e di Mazzarino come Chiesa mondana e peccatrice così noi sentiamo compassione per i ritardi e le esitazioni della Chiesa del 2020.

Quando la Chiesa e la società arriveranno a noi, vi saremo debitori di averci trasmesso valori che hanno fatto crescere l’umanità. Nondimeno abbiamo dovuto prendere atto che siete stati troppo timidi nell’affrontare il rinnovamento conciliare, troppo tolleranti verso la sopravvivenza di modelli ecclesiali legati al tradizionalismo, troppo incerti nell’accogliere la profezia di teologie diverse da quelle classiche. Se dovessimo rimproverarvi di qualcosa, è il ripiegamento su voi stessi, sulla sopravvivenza dei vostri schemi nel timore di perdere qualcosa, un misto di egoismo pavido e interessato. Soprattutto non vi siete accorti che lasciavate campo aperto a modelli di pensiero non rispettosi né della fede né dell’umanità. Di tanti morti in mare e in guerra la storia successiva ha considerato responsabili anche voi, uomini e donne credenti del 2020.

Non era questo che ci aveva insegnato il Signore. Lui percorreva tutte le città, non avendo nemmeno dove posare il capo. Andava di fretta perché era consapevole dello scorrere del tempo. Voi avete agito come se non aveste nulla da perdere dai vostri ritardi. Non immaginate quante Chiese si ridurranno a piccoli greggi, spesso senza pastore a causa di questi ritardi!

Siete in grande ritardo su temi come il Popolo di Dio, l’ecumenismo, il ruolo della donna, la struttura gerarchica della Chiesa, l’evangelizzazione, l’etica familiare e sessuale, il rispetto per l’ambiente… potrei fare un elenco. Voglio invece fare solo un appello: smettetela di trastullarvi con i vostri intimismi, di leccarvi le ferite, soprattutto i preti, di pensare a voi stessi, al vostro ruolo, a ciò che avete perduto, a ciò che non vi si riconosce, alla nostalgia del passato. Non è che nel 2387 sarà tutto rose e fiori. Come scriveva in Esperienze Pastorali San Lorenzo Milani (sì, questo posso dirvelo: è stato canonizzato!): “Dove è scritto che il prete debba farsi voler bene? A Gesù non è riuscito o non è importato“. Pensate a costruire Chiesa come partner dell’umanità, fate giungere fino a noi un vangelo vivo e non un trattato di archeologia.

Ritengo non sarà necessario avere ulteriori contatti. Vi ringrazio del tempo che avete dedicato alla lettura di questo post. Vi impartisco la mia apostolica benedizione.

[nome omesso; dopo il fallimento dell’esperimento ho ritenuto opportuno cancellare tutti i nomi, così come pure dal computer di don Ugo la mail che gli avevo inviata]