Auguri ortopedici a tutti!

Eccomi!
Non mi ero mica dimenticato! Ormai, anche solo per tradizione, sapete che è il momento degli auguri di Natale. E che ci sono anche io, nel gruppetto dei vostri parenti e dei vostri amici, a farvi gli auguri, di cuore, di vero cuore, per il Natale del Signore Gesù.
Comincio così, con gli auguri. Poi, se volete, potete continuare a leggere il resto. Quest’anno gli auguri sono “auguri ortopedici”.

Eh sì, ricordate? Lo scorso anno di questi tempi ero in un letto di ospedale, con il piede rotto. Qualche giorno fa, in occasione del primo anniversario, ho avuto il piacere di
ritrovarmi con i due chirurghi che mi operarono, Maria Antonietta e Riccardo. Era l’occasione per scambiarci gli auguri di Natale di persona.

Maria Antonietta sempre elettrica e sorridente. Riccardo sempre con quell’aria di ragazzone tranquillo, gli occhi aperti sul mondo. Ricordo il giorno che mi operarono. Maria Antonietta entrò in sala operatoria avvolta nel suo camice tutta sorridente. Mi piacque il suo sorriso. Riccardo sembrava più preoccupato, forse perché prima di lei aveva visto già le radiografie!

Scambiammo qualche parola con Maria Antonietta che mi tranquillizzò: “Vedrai, il piede te lo rimettiamo a posto!”. Non so per quale ragione, non ricordo se le avessi fatto io qualche domanda in proposito, Maria Antonietta ad un certo punto mi disse la ragione per cui aveva voluto specializzarsi in ortopedia: “Fin da bambina mi piaceva rimettere a posto le cose rotte”.
Questa frase mi è rimasta scolpita nella memoria e nel cuore. Ora direte che è una distorsione mentale, forse è vero, ma mi venne istintivo pensare che il Signore avrebbe potuto dire le stesse parole: “Mi piace rimettere a posto le cose rotte”.

Che volete? Sarà perché sono prete, alla fine sto lì a pensare che siamo fatti ad immagine e somiglianza sua e che tutto, ma proprio tutto, mi parla di lui! Anche Maria Antonietta.

Forse il Signore non sarà il “Grande Ortopedico”, però sono certo che anche a lui piaccia rimettere a posto le cose rotte. L’Incarnazione, che festeggiamo ricordando il Natale del Signore, tutto sommato ci dice proprio questo: Dio fatto uomo per “riparare” l’umanità.

Si accavallano tante suggestioni a questo punto, compresa una che mi riecheggia dalla cultura africana dove si dice che “l’uomo è la medicina dell’uomo”. E se Dio doveva proprio scegliere un modo per rimettere a posto le cose rotte, per fare l'”ortopedico” dell’umanità, non poteva che scegliere la via del farsi uomo.

Bè comunque sia nei giorni scorsi ci siamo fatti gli auguri con Maria Antonietta e con Riccardo. Innocentemente ho detto a Maria Antonietta che un mio amico ortopedico, Andrea, avendo saputo dell’incidente, aveva voluto visitarmi e si era dichiarato disposto ad operarmi per rimettere a posto qualcosina che ancora necessita di ritocco.

Maria Antonietta mi ha subito rimproverato: “Ma come? Qui ci siamo noi, ti abbiamo seguito con cura ed attenzione e tu ci hai snobbati?”. Ho cercato di spiegarmi. Non è del tutto vero, Andrea si è offerto lui, io non posso evitare proprio tutte le proposte dei mei amici.

Non ha voluto sentire ragioni. Maria Antonietta si è arrabbiata e per un po’ mi ha preso in giro. Poi, ovviamente, è tutto passato davanti ad un aperitivo e ad una bella chiacchierata a cuore aperto (metaforicamente parlando, per carità, con i chirurghi meglio sempre precisare).

Devo dire però che Maria Antonietta, con i suoi rimproveri, mi ha aiutato ancora una volta. Ho capito quanto potesse tenere al “suo” lavoro, al piede rotto che ora è riparato, al tempo che ci ha dedicato, alle energie che ha speso, alla scienza che ha appreso per poter arrivare ad operare in modo tanto accurato.

Grazie a lei ho capito un po’ meglio cosa vuol dire per il Signore l’amore per la sua creatura. Quella che con l’Incarnazione ha “riparato” quasi fosse un “ortopedico”. La divina gelosia per il suo lavoro, per la sua opera: mi ha fatto piacere capire quanto io sono importante per lui.

Cosa volete che vi auguri, a questo punto? Non so se augurarvi di conoscere una persona come Maria Antonietta, potrei essere frainteso! Cercate di capirmi! Però garantisco che è una bella esperienza.

Voglio augurarvi, con tutta la semplicità possibile, quando vi sentite un po’ “rotti” dalla vita di incontrare l'”Ortopedico” sorridente e tranquillizzante che vi dica: “Non ti preoccupare, tornerà tutto a posto! A me piace rimettere a posto le cose rotte!”.

Voglio augurarvi di provare anche voi la divina gelosia di un “Ortopedico” che ci tiene ad essere ancora accanto a voi, pure dopo che siete guariti, e che non vuole cedervi a nessuno.

E’ un bel Natale quello di chi si sente accolto e desiderato. Spero lo sia per il Signore Gesù, accolto e desiderato dai suoi fratelli. Spero lo sia per ciascuno di voi, ai quali il Signore Gesù si avvicina come “Divino Ortopedico” pronto a riparare le cose rotte della sua creatura, geloso dell’opera delle sue mani.