Umanità della Madre e del Figlio

Letture

La circoncisione rituale dei bambini ebrei era prevista dalla legislazione mosaica allo scadere dell’ottavo giorno dalla nascita. Per una serie di fortunate coincidenze ai nostri tempi l’occasione della circoncisione di Gesù cade nel giorno che inaugura il calendario civile, il primo dell’anno. La pratica della circoncisione, ricordata in modo esplicito dal vangelo, appare come la conferma da una parte della piena umanità del Salvatore; dall’altra della piena sottomissione alla legge mosaica finalizzata alla completa appartenenza al popolo dell’alleanza. In occasione della circoncisione il bambino acquisisce il nome, impostogli dai genitori. Fino al momento dell’imposizione del nome quel figlio è un generico "bambino"; il nome che riceve, mentre rivela le profonde dipendenze che ciascuno di noi instaura all’interno del proprio nucleo familiare, determina in un certo senso l’identità di una persona, la sua tipicità, la sua determinazione. Il nome Gesù richiama, ora e sempre, la volontà di salvezza di Dio.

Tuttavia la chiesa quest’oggi non celebra la festa della circoncisione di Gesù, bensì la solennità della Madre di Dio. Per la nostra sensibilità odierna affermare di Maria la sua maternità divina non costituisce una grande sorpresa. Non così è stato nei primi decenni e secoli della vita della chiesa. Si comprendeva bene che Maria era stata la madre di Gesù, avendolo dato alla luce. Nell’ambito naturale non lascia dubbi la generazione di un uomo da una donna. Per questa ragione sembrava ovvio affermare che Maria fosse la Madre di Gesù. La Madre del Figlio dell’uomo.

Sostenere che Maria, appartenente al genere umano, fosse anche la Madre di Dio, della natura divina del Verbo, sembrava meno plausibile. Fu necessario giungere a celebrare un Concilio, cioè una riunione di tutti i vescovi della terra, perchè la fede della chiesa uscisse rafforzata dalla comprensione di questa grande verità: Maria è anche Madre di Dio.