Quei diplomatici che fanno dossieraggio

In data 10 febbraio 2017 ho inviato alle Camere la petizione che riproduco in questo post, in attesa che sia presentata in aula.

OGGETTO: Petizione al Senato della Repubblica ex art. 50 della Costituzione Italiana in merito alla richie­sta di interrogazione al Governo Italiano su questioni di tutela dei cittadini da illeciti com­messi dal rappre­sentante diplomatico di uno Stato straniero

Onorevole Presidente del Senato della Repubblica,
Onorevole Presidente della Camera dei Deputati

in data 2/12/2016 il Giudice Angelo Giannetti del Tribunale di Roma ha pronunciato in primo grado sentenza di condanna (N. 18153/16) contro il signor Patrizio Poggi, reo di aver calunniato in forma aggravata dalla re­cidiva e dalla continuazione almeno venti cittadini italiani.

Durante la fase investigativa condotta dal Procuratore Aggiunto Maria Monteleone e durante la ce­lebrazione del processo (RG 17998/13) è emerso dagli atti e dalle conferme testimoniali che il reato perpetrato dal Poggi si è reso possibile per il supporto decisivo ricevuto dal rappresentante diplomatico di uno Sta­to stranie­ro accreditato presso il Governo Italiano.

Villa Giorgina è sede della Nunziatura Apostolica in Italia. Il parco circostante occupa un’area di 20.000 mq ed è delimitata da un muro di cinta lungo via Po, via Salaria, largo Ponchielli, via Peri e via Caccini. L’edificio non è aperto al pubblico. (fonte: Wikipedia)

Come scritto dal Giudice Giannetti nelle motivazioni della sentenza, depositate il 30 gennaio 2017, Monsi­gnor Luca Lorusso, Primo Consigliere della Nunziatura Apostolica in Italia, era “incaricato a livello canoni­co di espletare indagini istituzionali sulla condotta di sacerdoti e/o futuri vescovi” (p. 16), e per quanto al Tribunale non risultasse pervenuta prova di tale incarico, lo stesso Monsignore aveva “potuto subdelegare, nell’ambito di un incarico rimasto indefinito quanto all’esatto oggetto, alla data di conferimento, agli stru­menti all’uopo utilizzati ed all’identità dell’autorità delegante, detta importante condotta investigativa a talu­ni fiduciari, personalmente scelti ed anche appositamente remunerati” (p. 23), tra cui lo stesso Poggi (cfr p. 16).

Della delega conferita da Monsignor Lorusso al signor Poggi se ne trova traccia in una mail agli atti del pro­cesso, di seguito riportata in originale. A proposito di tale mail così si esprime Monsignor Lorusso durante l’interro­gatorio al quale fu sottoposto dal Pubblico Ministero il 22 ottobre 2014: “La mail si riferisce ad un incarico che avevo dato a POGGI perché mi riferisse i casi di pedofilia a sua conoscenza e perché mettesse in ordine le prove sugli ecclesiastici che diceva di possedere. Rientra nelle competenze della Nunziatura acquisire ogni notizia riguardante eventuali fatti di attinenti alla moralità dei sacerdoti da tenere presenti anche nel caso di eventuali promozioni. Si tratta di una attività che rientrava nel mio incarico” (pp. 4-5; grassetto non nel testo originale).

Come si può facilmente desumere dal tenore del documento, il Monsignore dava mandato al signor Poggi di realizzare dossier comple­ti su alcuni cittadini italiani con evidenti ruoli pubblici nell’ambito della Chiesa Cattolica. Le indagini avreb­bero dovuto portare a prove documentali prevalentemente ottenute da internet nonché a prove testimoniali relative a fatti “canonicamente” rilevanti.

All’esito di quelle “indagini”, alle quali aveva attivamente partecipato il Monsignore, lo stesso rappresentante diplomatico, qualificatosi come tale esibendo un documento diplomatico, accompagnava il signor Patrizio Poggi in data 8/3/2013 presso il Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente di Roma, lo accreditava come persona credibile e ne sottoscriveva la calunniosa querela; in essa si prospettava la commissione di gravi reati di natura sessuale da parte di numerosi cittadini italiani dei quali si indicavano le inclinazioni e le con­dotte sessuali. Per il qual motivo Monsignor Lorusso è stato indagato con gli stessi addebiti del signor Poggi e, rinunciando la Segreteria di Stato della Santa Sede all’immunità diplomatica, rinviato a giudizio. Il 16/12/2016 si è aperto il processo a carico di Monsignor Lorusso e dei coimputati presso il Tribunale di Roma. Tanto il comportamento del signor Poggi quanto quello di Monsignor Lorusso hanno causato grave disturbo all’amministrazione della giustizia italiana e danni irreversibili alla reputazione di diverse decine di cittadini italiani.

Mons. Luca Lorusso

Nello specifico Monsignor Luca Lorusso, nella sua qualità di Primo Consigliere della Nunziatura Aposto­lica in Italia, ha conferito a

Patrizio Poggi

Patrizio Poggi, pregiudicato per reati sessuali contro minorenni, il mandato di “inda­gare” intorno alle inclinazioni e alle condotte sessuali di un rilevante numero di cittadini italiani, in to­tale spregio della Costituzione Italiana, che impedisce la discriminazione dei cittadini basandosi sul sesso (art. 3), e delle leggi dello Stato, che disciplinano con rigore la raccolta di informazioni sulla vita sessuale dei cittadini (d. lgs. n. 196/2003: art. 4 comma 1 let. d.; art. 11; art. 24 comma 1 let. f.; art. 26), anche quando tale raccolta fosse realizzata a scopo di indagini difensive ex lege n. 397/2000 (cfr d. lgs. n. 196/2003, art. 26 comma 4 let. c.), ancor più se la raccolta di informazioni viene indotta da uno Stato straniero per scopi non previsti o addirittura contrari all’ordinamento italiano (quali per esempio sono la selezione del personale o la sua promozione sulla base di pregiudizi sessuali).

Sconcerta e allarma il disinvolto disprezzo da parte delle Autorità diplomatiche in questione delle più ele­mentari norme di rispetto dello Stato ospite, delle sue leggi e dei suoi cittadini, anche in con­siderazione del fatto che lo stesso Monsignor Lorusso è stato mantenuto nel servizio diplomatico per oltre un anno dalla commissione dei fatti senza che né le Autorità italiane né quelle vaticane av­vertissero la necessità di adottare alcun formale provvedimento. Si resta fortemente scossi del ricor­so, da parte del rappresentante di uno Stato straniero consapevole di muoversi protetto dall’immunità diplomatica, ai servigi di un pregiudicato, condan­nato per un reato particolarmente odioso come la pedofilia, al fine di “indagare” sulla vita sessuale di incon­sapevoli e incolpevoli cittadini. Lascia particolarmente perplessi l’inammissibile silenzio protrattosi negli anni da parte delle Autorità italia­ne di fronte ad un caso che presenta inquietanti risvolti nelle relazioni diplo­matiche con uno Stato estero, quasi che il medesimo silenzio voglia rappresentare un avallo e una legittima­zione alla com­missione di azioni gravemente illecite da parte di un rappresentante diplomatico e possa in se­guito diventare un intollerabile precedente.

Rivolgo pertanto una formale petizione ex art. 50 della Costituzione Italiana al Senato / Camera da lei presie­duto / presieduta affin­ché, nelle forme e nei modi stabiliti dalle leggi e dai regolamenti, interroghi il Governo Italiano in relazione alle seguenti questioni, nonché a quelle che riterrà più opportune:

  1. se il Governo Italiano tra il 2012 e il 2013 fosse a conoscenza che la Nunziatura Apostolica in Italia, tramite il suo Primo Consigliere Monsignor Luca Lorusso, aveva dato incarico ad un pregiudicato di svolgere indagini su alcuni cittadini italiani e che in dette indagini erano stati ingaggiati anche alcuni sacerdoti cattolici e alcuni cittadini stranieri, tutti regolarmente rice­vuti presso la sede della Nunzia­tura per pianificare le loro operazioni, alcuni di loro in vario modo retribuiti, come risulta dagli atti del processo contro Patrizio Poggi;
  2. se il Governo Italiano sia a conoscenza che il personale della Nunziatura Apostolica in Italia abbia svolto in passato o svolga ancora al presente, sia in proprio sia con l’ausilio di persona­le di altra pro­venienza, indagini o raccolta di informazioni di qualsivoglia natura su cittadini italiani ed eventual­mente in cosa consistano dette indagini o raccolte, a qual fine siano condotte e se siano compatibili con l’ordinamento italiano;
  3. se risulta al Governo Italiano che il Garante per la Protezione dei Dati Personali abbia mai ricevuto dal personale della Nunziatura Apostolica in Italia la richiesta di autorizzazione o abbia mai autoriz­zato detta rappresentanza diplomatica alla raccolta di dati sensibili ex d. lgs. n. 196/2003, art. 26 comma 4 let. c. ovvero per qualsiasi altro motivo previsto dalla legge;
  4. se il Governo Italiano abbia mai approvato o approvi odiernamente l’operato del personale del­la Nunziatura Apostolica in Italia in relazione ai fatti di cui al precedente punto 1. e se sì perché;
  5. se il Governo Italiano abbia già adottato o, in caso contrario, se intenda adottare opportune iniziative diplomatiche per richiedere alla Nunziatura Apostolica in Italia delucidazioni in­torno all’operato del suo personale in relazione alla raccolta di informazioni su cittadini ita­liani e se no perché;
  6. se il Governo Italiano abbia già adottato o, in caso contrario, se intenda adottare opportune iniziative diplomatiche per rappresentare alla Nunziatura Apostolica in Italia le rimostranze a seguito dei fatti in cui è stato implicato Monsignor Luca Lorusso e se no perché;
  7. quali azioni intenda promuovere il Governo Italiano sia per tutelare i cittadini in passato sottoposti ad indagine dal personale della Nunziatura Apostolica in Italia sia per impedire che episodi analoghi si possano ripetere in futuro.

Certo che la presente petizione troverà nel Senato della Repubblica / nella Camera dei Deputati pieno accoglimento in conside­razione della comune necessità di tutelare Costituzione, leggi e diritti dei cittadini italiani, profitto della circostanza per porgere distinti saluti.