Essere Chiesa come Corpo di Cristo

Introito del Comune della dedicazione di una Chiesa

Introito del Comune della dedicazione di una Chiesa

Proseguendo le riflessioni con il gruppo di giovani laureati e laureandi, questa sera affrontiamo l’argomento della Chiesa come Corpo mistico di Cristo. Come sempre il testo è scaricabile da qui in formato pdf.

I testi utilizzati sono tratti dall’enciclica di Pio XII Mystici Corporis e dalla Lumen Gentium. Di seguito riproduco i passaggi dei paragrafi 7 e 8 del documento conciliare utilizzati nell’incontro.

7. Il Figlio di Dio, unendo a sé la natura umana e vincendo la morte con la sua morte e resurrezione, ha redento l’uomo e l’ha trasformato in una nuova creatura (cfr. Gal 6,15; 2 Cor 5,17). Comunicando infatti il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, che raccoglie da tutte le genti. In quel corpo la vita di Cristo si diffonde nei credenti che, attraverso i sacramenti si uniscono in modo arcano e reale a lui sofferente e glorioso… Capo di questo corpo è Cristo… Tutti i membri devono a lui conformarsi, fino a che Cristo non sia in essi formato (cfr. Gal 4,19)… Cristo inoltre ama la Chiesa come sua sposa, facendosi modello del marito che ama la moglie come il proprio corpo (cfr. Ef 5,25-28); la Chiesa poi è soggetta al suo capo. E poiché «in lui abita congiunta all’umanità la pienezza della divinità» (Col 2,9), egli riempie dei suoi doni la Chiesa la quale è il suo corpo e la sua pienezza (cfr. Ef 1,22-23), affinché essa sia protesa e pervenga alla pienezza totale di Dio (cfr. Ef 3,19).

8. Cristo, unico mediatore, ha costituito sulla terra e incessantemente sostenta la sua Chiesa santa, comunità di fede, di speranza e di carità, quale organismo visibile, attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia. Ma la società costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo, l’assemblea visibile e la comunità spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino. Per una analogia che non è senza valore, quindi, è paragonata al mistero del Verbo incarnato. Infatti, come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza, a lui indissolubilmente unito, così in modo non dissimile l’organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica, per la crescita del corpo (cfr. Ef 4,16)… Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica. Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa e chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza. Gesù Cristo «che era di condizione divina… spogliò se stesso, prendendo la condizione di schiavo» (Fil 2,6-7) e per noi «da ricco che era si fece povero» (2 Cor 8,9): così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria terrena, bensì per diffondere, anche col suo esempio, l’umiltà e l’abnegazione. Come Cristo infatti è stato inviato dal Padre «ad annunciare la buona novella ai poveri, a guarire quei che hanno il cuore contrito» (Lc 4,18), «a cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10), così pure la Chiesa circonda d’affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l’immagine del suo fondatore, povero e sofferente, si fa premura di sollevarne la indigenza e in loro cerca di servire il Cristo. Ma mentre Cristo, «santo, innocente, immacolato» (Eb 7,26), non conobbe il peccato (cfr. 2 Cor 5,21) e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento. La Chiesa «prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio», annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (cfr. 1 Cor 11,26). Dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce.

Dalla Mystici Corporis al CVII

  • Mystici Corporis (Pio XII). L’enciclica Mystici Corporis (1943) mostra la vita ecclesiale nella prospettiva della comunione al Corpo di Cristo. Sarà un testo fondamentale per il CVII. Curiose le motivazioni all’origine dell’enciclica: “affinché la bellezza della Chiesa rifulga di nuova gloria, affinché la conoscenza della singolare e soprannaturale nobiltà dei fedeli congiunti nel Corpo di Cristo col proprio Capo, si diffonda, e inoltre affinché sia precluso l’adito ai molteplici errori su questo argomento”; apparentemente un desiderio autocelebrativo e repressivo. Di fatto una grande novità, non priva di qualche forma di pre-giudizio, come quando il papa afferma: “quelli che son tra loro divisi per ragioni di fede o di governo, non possono vivere nell’unità di tale Corpo e per conseguenza neppure nel suo divino Spirito”, pur consapevole che la tradizione vede con chiarezza certi correttivi: “non ogni delitto commesso, per quanto grave (come lo scisma, l’eresia, l’apostasia) è tale che di sua natura separi l’uomo dal Corpo della Chiesa”. Ma il Papa è consapevole che “La Chiesa è costituita per il bene dei fedeli e per la gloria di Dio e di Gesù Cristo che Egli ci ha mandato”, con una grande differenza tra Chiesa e qualsiasi altro corpo morale: “Nel corpo morale, il principio di unità non è altro che il fine comune e la comune cooperazione ad uno stesso fine, mediante l’autorità sociale; invece nel Corpo mistico, di cui trattiamo, a questa comune tendenza allo stesso fine si aggiunge un altro principio interno, che esiste ed agisce vigorosamente nell’intera compagine e nelle singole sue parti” cioè lo Spirito Santo.
  • CVII. Alcuni (autorevolissimi) passi avanti:
    • Cristo ha redento tutti gli uomini e ne raccoglie alcuni da tutte le genti per crescere in lui ed essere ripieni dei doni necessari alla missione della Chiesa
    • Cristo è l’unico mediatore, DUNQUE il suo Corpo Mistico – la Chiesa – prosegue la sua opera di mediazione come strumento vivente dello Spirito
    • Poiché fuori della Chiesa esistono parecchi elementi di santificazione e di verità, in realtà l’azione dello Spirito non si limita ai suoi confini visibili
    • L’immedesimazione psicologico-spirituale dei credenti con Cristo viene risolta dalla serie di similitudini che prendono forma da “Come Cristo… così la Chiesa…

Le similitudini

  • La redenzione è il motore delle similitudini
  • Cristo: povertà e persecuzione → credenti: umiltà e abnegazione
  • Cristo: inviato dal Padre per i poveri e i peccatori → credenti: cura degli afflitti e indigenti
  • Cristo: santo, innocente, immacolato → credenti (santi-peccatori): penitenza e rinnovamento
  • Per un itinerario spirituale:

    • come credente, quale obiettivo di comunione mi sono posto?
    • quale immagine di Chiesa testimonio?
    • sono consapevole delle e desidero abbracciare le scelte redentive di Gesù?
    • in che modo percepisco la mia missione ecclesiale?
    • ci sono doni personali (qualità, carattere, studio, ecc.) che possono servire al fine della Chiesa?