Anche l’altra volta, più di settant’anni fa, tutto è cominciato nello stesso modo

La lettera che Giuseppe Dossetti scrisse a quanti avevano accolto il suo appello per la creazione dei comitati in difesa della Costituzione apparve sulla rivista Il Margine n. 5/1994. Ringrazio il follower @JohannesBuckler per la sua gentile segnalazione. Qui il link. Qui scarica pdf.

Oliveto, 23 maggio 1994

Ringrazio con gratitudine per la prontissima adesione alla proposta per la costituzione di Comitati in difesa della nostra Carta Costituzionale. Invio il testo completo del discorso che ho tenuto a Milano alla Fondazione Lazzati, in occasione dell’anniversario della sua morte. In esso ho avuto anche occasione di spiegare più diffusamente il mio pensiero relativamente alla Costituzione, alle sue parte modificabili e a quelle assolutamente inviolabili.

Non nascondo che le mie preoccupazioni in questo momento sono massime, e non credo di esagerare se intravedo una trappola tesa dal nuovo ordine di cose specificamente ai cattolici. Non posso dimenticare che anche l’altra volta, più di settant’anni fa, tutto è cominciato nello stesso modo: con defezioni minime, ma poi gradualmente crescenti, dei cattolici. Ho ancora presenti gli articoli e le cronache della Civiltà Cattolica dal ’20 al ’24, che ancora, non un’editoriale del suo direttore, il Padre Rosa, cercava di scagionare dopo il delitto Matteotti la responsabilità del Regime, e preparava, così, all’acquiescenza al colpo di stato del 3 gennaio 1925.

[Credo che ancora oggi si possa rileggere con una certa utilità la biografia di Pio XI, scritta poco dopo la morte, da Luigi Salvatorelli, di ispirazione laica e nella prima parte non tenero verso la condiscendenza del Papa, ma poi all’ultimo, leale nel riconoscere, anche con una certa commozione, il ripensamento pontificio e i tentativi generosi del Papa in senso contrario ai suoi primi anni di pontificato].

Né vale addurre l’argomento che il governo Berlusconi contiene in sé elementi contraddittori che prima o poi si sfascerà. Questo argomento lo si adduceva per i governi fascisti, che invece si sono sempre consolidati. C’è voluta una guerra, e una guerra clamorosamente perduta, perché il Gran Consiglio e il Re mettessero Mussolini con le spalle al muro.

Per questo auspicherei anche da parte delle sinistre un’opposizione più unitaria, più organica e più di principio.

Ora la mia preoccupazione fondamentale è che si addivenga a referendum, abilmente manipolati, con più proposte congiunte, alcune accettabili e altre del tutto inaccettabili, e che la gente totalmente impreparata e per giunta ingannata dai media, non possa saper distinguere e finisca col dare un voto favorevole complessivo sull’onda del consenso indiscriminato a un gran seduttore: il che appunto trasformerebbe un mezzo di cosiddetta democrazia diretta in un mezzo emotivo e irresponsabile di plebiscito. Quante volte questo è accaduto con grande facilità nella storia anche recente, e nostra e di altri Paesi europei!

Perciò assegnerei ai Comitati che ho auspicato il compito di incominciare a preparare l’opinione in vista di questi referendum, in senso molto differenziato e chiaro, che isoli, se possibili, le proposte sane da quelle intrinsecamente inaccettabili; o altrimenti prepari alla possibilità di un rifiuto globale.

Con tanta cordialità e gratitudine faccio i migliori auguri per tutto il vostro lavoro.

Giuseppe Dossetti